L’intervento di sostituzione del ginocchio, noto anche come artroplastica, è diventato una pratica chirurgica sempre più diffusa e consolidata negli ultimi decenni.
In Italia, il numero di interventi di protesi di ginocchio, di anca, spalla e caviglia è in continua crescita, passando da 103.000 nel 2001 a oltre 190.000 nel 2016 e 220.000 negli ultimi anni. I risultati di tali interventi sono molto soddisfacenti: si stima che la sopravvivenza delle protesi a 25 anni sia pari all’82,5%. Questo aumento degli interventi è principalmente attribuibile all’invecchiamento della popolazione e all’aumento dell’incidenza di patologie articolari, come l’artrite.
Ma quando è realmente necessario ricorrere a questa operazione? E quali sono i dettagli del processo chirurgico?
Quando fare la protesi al ginocchio?
La decisione di procedere con un intervento di sostituzione del ginocchio è spesso il risultato di una valutazione approfondita delle condizioni cliniche del paziente.
La protesi al ginocchio è generalmente consigliata per le persone che soffrono di dolore cronico e limitazione della mobilità a causa di condizioni degenerative dell’articolazione, come l’osteoartrite, l’artrite reumatoide o le lesioni traumatiche. Se il dolore è così intenso da interferire con le attività quotidiane, come camminare, salire le scale o persino svolgere compiti semplici come alzarsi da una sedia, l’intervento può rappresentare l’unica soluzione per migliorare il benessere del paziente.
A volte, prima di arrivare a questa decisione, i pazienti possono provare altre terapie conservative, come fisioterapia, farmaci antinfiammatori o iniezioni di corticosteroidi, per alleviare il dolore e migliorare la funzionalità. Tuttavia, in alcuni casi già gravi, è meglio procedere con l’intervento chirurgico per alleviare immediatamente il dolore.
Come capire se bisogna operarsi al ginocchio?
La diagnosi di necessità di un intervento di sostituzione del ginocchio è effettuata da un chirurgo ortopedico esperto attraverso una serie di valutazioni cliniche. In primo luogo, il medico raccoglierà una dettagliata storia clinica, esaminando i sintomi e l’impatto del dolore sulla vita quotidiana del paziente. Seguirà un esame fisico approfondito per valutare la mobilità, la stabilità e la forza del ginocchio.
Le radiografie sono uno strumento fondamentale in questo processo, in quanto permettono di visualizzare l’entità del danno articolare e di identificare eventuali anomalie strutturali. In alcuni casi, il medico potrebbe anche consigliare una risonanza magnetica per avere un quadro più dettagliato.
I criteri di idoneità per l’intervento includono la gravità del dolore, la presenza di deformità articolari e l’inefficacia dei trattamenti conservativi. Solo dopo una valutazione completa si può decidere se procedere con la chirurgia.
Cosa succede se non faccio la protesi al ginocchio?
Ignorare il dolore può portare a un incremento della rigidità e a una progressiva perdita della funzionalità del ginocchio. Nel tempo, il paziente può sperimentare un ulteriore deterioramento della qualità della vita, trovando sempre più difficile svolgere attività quotidiane fondamentali, come camminare, salire le scale o partecipare a eventi sociali.
Inoltre, una limitazione prolungata della mobilità può causare complicazioni secondarie, come l’aumento di peso, che a sua volta può aggravare le condizioni articolari.
Cerco sempre di rassicurare i miei pazienti: l’intervento di protesi al ginocchio si svolge oggi con tecniche moderne, sicure, poco invasive. La durata della degenza ospedaliera è davvero breve. In molti casi, le persone possono essere dimesse pochi giorni dopo. Il dolore post-operatorio è gestito attraverso farmaci antidolorifici e tende a diminuire significativamente già nelle prime settimane.
La maggior parte dei pazienti inizia a muoversi e a camminare, spesso con l’assistenza di un fisioterapista, già nelle prime 24 ore. Il recupero iniziale richiede l’uso di ausili come stampelle o un deambulatore, e il tempo necessario per tornare a camminare normalmente varia da persona a persona. In genere, i pazienti possono riprendere a camminare senza ausili entro 4-6 settimane, ma la completa riabilitazione può richiedere diversi mesi.
Che anestesia si fa per protesi al ginocchio?
Un’altra preoccupazione dei pazienti riguarda l’anestesia. L’intervento di sostituzione del ginocchio può essere eseguito sotto anestesia generale o anestesia regionale. La scelta dipende da vari fattori, tra cui le condizioni di salute del paziente, la durata prevista dell’intervento e le preferenze del chirurgo.
Conclusioni
La sostituzione del ginocchio è una soluzione efficace per molte persone affette da dolori articolari cronici e limitazioni funzionali. La decisione di procedere con l’intervento deve essere presa in collaborazione con un team di specialisti, che valuterà attentamente le condizioni del paziente e le opzioni terapeutiche disponibili.
Provi dolore dovuto all’artrosi o a un trauma? Non esitare a contattarmi per fissare una visita e scoprire se la protesi al ginocchio ti può aiutare.